LEGNO LAMELLARE, COME SI PRODUCE?
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Il fascino di sapersi distinguere
Le prime testimonianze dell’esistenza del legno lamellare sono attribuibili probabilmente a Leonardo Da Vinci. Si trattava di travi di legno giunte insieme grazie a denti a sega. Si tratta di un tipo di giunzione attuabile con semplicità ed è stata frequentemente utilizzata nei secoli. Di fronte alla necessità di realizzare elementi composti in legno con asse curvilineo, furono studiate delle soluzioni alternative per la prima volta nel XVI secolo per ottenere centine ed archi.
Il primo tentativo concreto di realizzare elementi strutturali curvi si fa risalire a Philibert Delorme in Francia, il quale riunì mediante chiodatura più tavole in strati sovrapposti dando approssimativamente la forma dell’arco voluto. Il passo successivo è stato compiuto dal colonnello Emy nel 1823, realizzando archi mediante chiodatura di tavole, unite in pacchi, con bulloni passanti.
Nel XIX secolo Migneron e Wiebeking misero a punto un sistema che prevedeva un arco con lamelle formate da travi curvate a freddo e tenute a pressione mediante staffe metalliche.
L’incollaggio delle lamelle per uso strutturale divenne possibile soltanto a partire dal XX secolo, in concomitanza con il fiorire delle industrie ed il progresso degli studi sulla composizione e la produzione delle colle.
L’artefice di questa trasformazione fu il maestro carpentiere Otto Freidrich Hetzer (1846 – 1911) che nel 1901, per l’assemblaggio delle lamelle, sostituì a staffe e bulloni un collante, dando vita alla tecnologia del legno lamellare incollato.